Nonno Arturo diceva sempre ricordati coltivando la terra saprai sempre cosa mangi e sopratutto cosa bevi
 

La passione per la grappa ci viene tramandata dalle nostre famiglie di orgini contatidine molto legate al nostro territorio .

I nostri nonni come molti contadini della zona emigrarono a torino negli anni del bun economico, mio nonno materno che sin da piccolo era stato educato a lavorare la terra decise di trasferisi a torino in cerca di fortuna e fu assunto dalla fiat.

Ma la sua vera PASSIONE ERA LAVORARE LA TERRA ,ogni fine settimana veniva a casa nel suo paese di origine per dare una mano a lavorare la terra in particolare le vigne,e l'orto il quale serviva anche come sostentamento famigliare ,mi ricordo che mi diceva sempre,ricorda" che coltivando la tua terra saprai sempre ciò che bevi e ciò che mangi".


 

Per la mia famiglia distillare a fine vendemia la vinaccia appena svinata è una tradizione,anzi per mio nonno un rito che non può mancare.

I miei ricordi più belli come penso per molti, sono quelli legati alla vendemia ,in particolare dopo la pigiatura ,dove ormai i lavori erano terminati la famiglia si riuniva per pranzare o cenare ,per noi era una grande festa dove non mancava mai vino e grappa.

Come in tutte le famiglie di contadini si usava sempre fare una cena alla quale la mia famiglia invitata tutti coloro che ci avevano aiutato in vendemia, per me era una festa bellissima vedere tutta quella gente a casa dei nonni, la nonna ,mia madre e alcune sue amiche indaffarate nel preparare,sentivo sempre quei profumi legati alla nostra terra riportati nelle loro pietanze,mi ricordo che cucinavano quasi sempre la Bagna Cauda un piatto tipico delle nostre zone .

Mio nonno sotto il portico con il suo alambicco che distillava abusivamente le vinaccie esauste,come molti contadini della zona,allora la grappa era quasi un rito a fine vendemia per noi piemontesi.

Difatti alla fine di quelle mega abbufate che avvenivano sempre come quasi come un rito il quattro novembre il giorno di San Carlo mio nonno offriva a tutti la grappa distillata in quei giorni.

E da qui che io di comune accordo con mio padre abbiamo deciso di chiamarla san Carlo e produrla proprio in quel porticato che da generazioni e generazioni la mia famigli produceva la grappa.